Descrizione
Il sistema delle Reti di Riserve - introdotte nel 2011 con la legge provinciale n. 7 "Governo del territorio forestale e montano, dei corsi d'acqua e delle aree protette" - è uno dei progetti più innovativi nell'ambito della tutela dell'ambiente in Trentino.
La Rete non è una nuova area protetta, ma un nuovo modo di gestire e valorizzare in modo più efficace e con un approccio dal basso le aree protette già esistenti:
Queste aree - insieme a corsi fluviali e corridoi ecologici - nel loro complesso costituiscono sistemi territoriali di particolare interesse, i quali ben si prestano ad una gestione unitaria.
La Rete di Riserve converte così in termini istituzionali il concetto di rete ecologica, sistema interconnesso di habitat di cui salvaguardare la biodiversità creando e/o rafforzando collegamenti ed interscambi tra aree ed elementi naturali isolati, andando così a contrastare la frammentazione. 
L'iniziativa è attivata su base volontaria dai Comuni, Comunità di valle e i BIM (bacini imbriferi montani) in cui ricadono sistemi territoriali di particolare interesse naturale, scientifico, storico-culturale e paesaggistico. Le Reti di Riserve integrano misure di conservazione attiva della biodiversità con politiche di sviluppo sviluppo socio-economico sostenibile e interventi di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali.
Le Reti rappresentano infatti un'occasione di confronto a livello sovracomunale per gestire in modo innovativo il proprio patrimonio ambientale, trasformando in occasione di sviluppo ciò che nel passato (e talvolta ancora oggi) è stato percepito come vincolo. Per farlo al meglio, la Rete può beneficiare di specifici contributi provinciali e del Piano di Sviluppo Rurale, riuscendo spesso a canalizzare anche importanti risorse finanziarie provenienti dal territorio.
La loro filosofia gestionale si basa su:
- partecipazione
- sussidiarietà responsabile
- integrazione tra politiche di conservazione e sviluppo sostenibile locale.
La costituzione delle Reti di Riserve, che danno attuazione tecnica e istituzionale alla Rete ecologica polivalente grazie alla partecipazione delle istituzioni e comunità locali tanto nel processo di conservazione quanto nella progettazione dello sviluppo sostenibile del territorio, è stata la fase centrale del progetto LIFE+TEN (2012-2017).
Quali sono le Reti di Riserve istituite
Ad oggi sono 11, ma due di loro si sono successivamente fuse insieme.
Alcune prendono il nome di Parco Naturale Locale o Parco Fluviale.
Cosa fanno
| AZIONI DI TUTELA ATTIVA • recupero e tutela habitat prioritari • tutela rapaci • tutela ittiofauna • tutela anfibi • gestione vegetazione in alveo • monitoraggi | PROGETTI DI SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO • percorsi pedonali • centri visitatori • punti info • pannelli informativi • sensibilizzazione • educazione ambientale | 
Nel complesso le Reti di riserve hanno mobilitato in circa dieci anni di attività oltre 23 milioni di finanziamento totale tra azioni di tutela attiva di habitat e specie, percorsi di valorizzazione della fruizione dell’ambiente naturale ed iniziative di sensibilizzazione ambientale e di sviluppo sostenibile. Attraverso lo strumento della Carta Europea del Turismo sostenibile - certificazione ottenuta nel 2017 dal sistema delle Reti con la Provincia di Trento quale coordinatore e garante -, le Reti hanno consolidato una collaborazione con i portatori di interesse del territorio per attuare progetti volti ad uno sviluppo turistico rigenerativo, volti a creare valore per i luoghi e le comunità ospitanti.
La governance
La Rete di Riserve è attivata su base volontaria attraverso una convenzione, di durata novennale, tra i Comuni, le Comunità di valle interessate e la Provincia, ed è gestita attraverso programmi degli interventi di durata triennale.
Se sono territorialmente interessati, partecipano alla convenzione anche l'Agenzia provinciale delle foreste demaniali ed altri enti locali (Magnifica Comunità di Fiemme, Regole di Spinale e Manez, ASUC e consortele). Se la Rete di Riserve coinvolge in via prevalente le aree di protezione fluviale e gli ambiti fluviali, possono partecipare anche i BIM (consorzi dei comuni dei bacini imbriferi montani).  
La convenzione individua in un Comune, una Comunità o un consorzio BIM il soggetto responsabile delle attività della rete.
Conferenza della Rete
Organismo della concertazione istituzionale con funzione di indirizzo politico. 
Gruppo di lavoro
Organismo con funzioni di supporto alla  progettazione e alle  decisioni, di istruttoria e di monitoraggio.
Forum partecipativo o altre forme di partecipazione
Organismo partecipativo con funzione propositiva, per la valorizzazione delle idee e la ricerca di soluzioni condivise anche tra i diversi interessi.
Presidente
Organo di rappresentanza istituzionale
La riforma del 2021
La riforma delle Reti di Riserve, prevista dalla legge 6/2021, ha trovato attuazione nella deliberazione n. 1512 del 2022 (vedi sotto alla voce Documenti), con l'obiettivo di dare nuova energia e continuità al loro operato.
Le principali novità riguardano in sintesi:
• l’attivazione della Rete attraverso una convenzione di durata novennale tra i soggetti interessati, invece di un accordo di programma triennale com'era in origine;
• l’approvazione di un Programma degli interventi di durata triennale;
• l’abrogazione dell’obbligatorietà dei Piani di gestione.
La convenzione stabilisce obiettivi e strumenti, ma non le attività specifiche che devono essere contenute nel Programma triennale degli interventi di ciascuna rete.
Nella pagina linkata qui sotto è riassunta la situazione amministrativa delle Reti di Riserve.
Parco Naturale Locale Monte Baldo
Conosciuto già nel Cinquecento come "Giardino d'Italia" per la sorprendente ricchezza botanica, il Monte Bando è ancora oggi un'eccellenza per gli appassionati. A picco sul Lago di Garda, il primo Parco Naturale Locale del Trentino vanta una straordinaria diversità di ambienti naturali e seminaturali, unici per ricchezza floristica, faunistica e bellezza del paesaggio.
Per tali motivi nel 2013, per volontà delle comunità locali, è stata attivata la Rete di Riserve, a cui la Giunta Provinciale ha attribuito in seguito la denominazione di Parco Naturale Locale.
 
 
 Parco Fluviale della Sarca
Situato nel Trentino sud-orientale, il territorio del Parco Fluviale interessa il corso del fiume Sarca, lungo l'intera asta di 80 km: un corridoio ecologico in grado di connettere il Lago di Garda al Parco Naturale Adamello-Brenta, attraverso le aree protette minori.
Comprende 27 aree protette fra siti Natura 2000, riserve naturali e locali, con habitat molto differenti che costruiscono un importante mosaico di biodiversità: molte specie di flora e fauna trovano qui l'unica presenza in tutto il Trentino.
Parco Fluviale della Sarca è la nuova denominazione della Rete di Riserve Sarca, nata nel 2019 in seguito all'unione delle due Reti di Riserve Sarca Basso Corso (istituita nel 2012) e Sarca Alto Corso (istituita nel 2013). 
Il capofila del Parco Fluviale, che insiste sul territorio di ben 27 Comuni, è il BIM del Sarca.
 
 
  
 
  
 
  
 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 
  
  
  
  
 