Sismotettonica

La sismotettonica è la disciplina che si occupa di studiare i rapporti tra sismicità e tettonica, al fine di individuare e caratterizzare le sorgenti sismiche e il potenziale sismogenetico delle strutture geologiche attive.

Data di pubblicazione:

24/01/2024

Descrizione

Per uno studio di tipo sismotettonico è fondamentale avere a disposizione un catalogo sismico con localizzazioni dei terremoti di buona qualità, soprattutto in termini di coordinate epicentrali, profondità, stime degli errori di localizzazione, magnitudo, oltre a un’adeguata conoscenza della geologia regionale e dei principi reologici che regolano i meccanismi deformativi delle rocce.
L’area del Trentino e delle sue zone limitrofe è caratterizzata dalla presenza di tre principali sistemi tettonici, quali i sistemi di faglia della Valsugana (a orientazione ENE-WSW), delle Giudicarie (a orientazione NNE-SSW) e della Schio–Vicenza (a orientazione NW-SE). Tali sistemi di faglia hanno agito in tempi diversi nella storia della catena alpina e sono oggi sismicamente attivi.
L’attuale deformazione delle faglie appartenenti a questi sistemi tettonici è confermata dai meccanismi focali, che forniscono informazioni riguardanti geometria e tipologia di fagliazione per ogni singolo evento sismico.
La struttura e le proprietà sismiche della crosta terrestre in questo settore delle Alpi Meridionali centro-orientali sono state determinate a partire da uno studio di tomografia sismica a scala crostale. Il volume crostale investigato mostra importanti variazioni laterali, in termini di velocità delle onde sismiche di tipo P (VP) ed S (VS), interpretate come variazioni di tipo litologico e strutturale. Corpi crostali a elevata velocità (VP> 6.3–6.5 km s-1) rappresentano i complessi di tipo magmatico in profondità, mentre le coperture sedimentarie mostrano velocità inferiori (VP= 5.5–6.3 km s-1), in buon accordo a quanto riportato nella letteratura scientifica anche per altre zone delle Alpi. Il rapporto VP/VS è molto utile per caratterizzare il grado di fratturazione e/o presenza di fluidi all’interno della crosta terrestre. Si osservano elevati valori di tale parametro (VP/VS= 1.80–1.90) in corrispondenza di strutture geologiche attive, come ad esempio le Giudicarie meridionali, suggerendo un’elevata fratturazione delle rocce e una probabile presenza di fluidi lungo tali fratture (vedi figura). Lungo le Giudicarie meridionali l’anomalia osservata è pienamente compatibile con le informazioni geologiche disponibili e la sua forma, la sua orientazione e il suo spessore suggeriscono importanti informazioni in merito alla pericolosità sismica, in termini di correlazione tra strutture e sismicità per una migliore definizione del potenziale sismico. La porzione settentrionale del sistema di faglia delle Giudicarie, dove la sismicità è molto più scarsa in termini sia di numerosità sia di magnitudo rispetto al settore meridionale, non presenta infatti tale anomalia VP/VS.
I risultati della tomografia sismica hanno permesso la costruzione di un modello tridimensionale di velocità sismiche a scala crostale. Tale modello è utilizzato per localizzare con maggiore precisione e accuratezza gli eventi sismici registrati, così da poter interpretare gli ipocentri sismici in relazione alle strutture tettoniche regionali.

Sezione crostale lungo le Giudicarie meridionali (traccia A–B in mappa). Nella sezione in alto è riportata la geologia semplificata, con litologia (colore) e faglie principali (linee nere) (verde: basamento Sudalpino; marrone: vulcaniti, granitoidi e rocce sedimentarie di età Permo-Carbonifera; rosso: plutoni e vulcaniti di età Terziaria; giallo: coperture sedimentarie delle Alpi Meridionali). Nella sezione in basso e nella mappa a lato i colori rappresentano il rapporto tra le velocità delle onde sismiche P ed S (VP/VS). Sono riportati anche i meccanismi focali del terremoto di Salò (S, 24 novembre 2004) ed Avio (A, 29 ottobre 2011), classificati in base alla magnitudo locale (ML). La geologia sovrapposta alla sezione è ricavata da Picotti et al. (1995). La mappa si riferisce ad una profondità di 5 km s.l.m.; le aree oscurate rappresentano quelle dove il risultato dalla tomografia sismica non è interpretabile; le linee in colore bianco sono le faglie principali.

Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento: 10/06/2025 08:37

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