Descrizione
Per uno studio di tipo sismotettonico è fondamentale avere a disposizione un catalogo sismico con localizzazioni dei terremoti di buona qualità, soprattutto in termini di coordinate epicentrali, profondità, stime degli errori di localizzazione, magnitudo, oltre a un’adeguata conoscenza della geologia regionale e dei principi reologici che regolano i meccanismi deformativi delle rocce.
L’area del Trentino e delle sue zone limitrofe è caratterizzata dalla presenza di tre principali sistemi tettonici, quali i sistemi di faglia della Valsugana (a orientazione ENE-WSW), delle Giudicarie (a orientazione NNE-SSW) e della Schio–Vicenza (a orientazione NW-SE). Tali sistemi di faglia hanno agito in tempi diversi nella storia della catena alpina e sono oggi sismicamente attivi.
L’attuale deformazione delle faglie appartenenti a questi sistemi tettonici è confermata dai meccanismi focali, che forniscono informazioni riguardanti geometria e tipologia di fagliazione per ogni singolo evento sismico.
La struttura e le proprietà sismiche della crosta terrestre in questo settore delle Alpi Meridionali centro-orientali sono state determinate a partire da uno studio di tomografia sismica a scala crostale. Il volume crostale investigato mostra importanti variazioni laterali, in termini di velocità delle onde sismiche di tipo P (VP) ed S (VS), interpretate come variazioni di tipo litologico e strutturale. Corpi crostali a elevata velocità (VP> 6.3–6.5 km s-1) rappresentano i complessi di tipo magmatico in profondità, mentre le coperture sedimentarie mostrano velocità inferiori (VP= 5.5–6.3 km s-1), in buon accordo a quanto riportato nella letteratura scientifica anche per altre zone delle Alpi. Il rapporto VP/VS è molto utile per caratterizzare il grado di fratturazione e/o presenza di fluidi all’interno della crosta terrestre. Si osservano elevati valori di tale parametro (VP/VS= 1.80–1.90) in corrispondenza di strutture geologiche attive, come ad esempio le Giudicarie meridionali, suggerendo un’elevata fratturazione delle rocce e una probabile presenza di fluidi lungo tali fratture (vedi figura). Lungo le Giudicarie meridionali l’anomalia osservata è pienamente compatibile con le informazioni geologiche disponibili e la sua forma, la sua orientazione e il suo spessore suggeriscono importanti informazioni in merito alla pericolosità sismica, in termini di correlazione tra strutture e sismicità per una migliore definizione del potenziale sismico. La porzione settentrionale del sistema di faglia delle Giudicarie, dove la sismicità è molto più scarsa in termini sia di numerosità sia di magnitudo rispetto al settore meridionale, non presenta infatti tale anomalia VP/VS.
I risultati della tomografia sismica hanno permesso la costruzione di un modello tridimensionale di velocità sismiche a scala crostale. Tale modello è utilizzato per localizzare con maggiore precisione e accuratezza gli eventi sismici registrati, così da poter interpretare gli ipocentri sismici in relazione alle strutture tettoniche regionali.