Descrizione
Il substrato dell’area studiata è costituito da rocce di tipo metamorfico, appartenenti alla falda dell’Ortles-Campo. In particolare, si tratta di micascisti a granato e staurolite che appartengono geologicamente all’Unità di Peio. Le rocce del substrato sono soggette a intensa degradazione meteorica e nell’area sono attivi processi morfogenetici legati all’azione della gravità e del gelo. Fino al recente passato, i versanti sommitali della cresta del Vioz sono stati interessati anche da processi di tipo glaciale, dovuti alla presenza di due ghiacciai oggi molto ridotti di superficie e volume (Ghiacciaio di Vallenaia sul versante Est e Ghiacciaio Centrale del Vioz sul versante Ovest).
Il monitoraggio del permafrost presso il rifugio è iniziato nel 2010 con misure continuative della temperatura della superficie del suolo (GST - Ground Surface Temperature). A questo scopo, sono stati posizionati attorno al rifugio quattro sensori di temperatura collegati a data logger, che consentono di effettuare misure con scansione oraria. Gli strumenti sono autonomi e richiedono una sola manutenzione annuale, per lo scarico dei dati e la sostituzione della batteria. Questa metodologia consente di acquisire dati per caratterizzare le condizioni termiche del suolo e calcolare alcune importanti variabili che indicano la presenza di permafrost e la sua evoluzione nel tempo.
Le temperature del suolo registrate in 13 anni di misure indicano valori medi annui variabili ma compresi tra -2°C e -4°C. suggerendo che il sottosuolo dell’area in esame si trova in condizioni di permafrost. Le temperature medie mensili mostrano, nel periodo di tempo considerato, una leggera tendenza all’aumento, almeno per tre dei quattro siti indagati.
Nel corso di alcuni sopralluoghi effettuati nel mese di luglio 2022 è stato osservato come il tratto di cresta che conduce dal rifugio alla cima del Monte Vioz fosse interessato da numerose fessure disposte longitudinalmente, lunghe fino ad alcuni metri e larghe fino a qualche decimetro. Alcune di esse avevano interessato il basamento del piccolo locale che ospita le cisterne d’acqua a servizio del rifugio, posto lungo la cresta. L’ipotesi era che le temperature molto elevate dell’estate avessero accelerato un fenomeno già in atto e che la degradazione del permafrost potesse essere una delle possibili concause.
Allo scopo di osservare eventuali movimenti attivi delle fessure e del tratto di cresta a monte del rifugio, è stato installato un Ground-Based Synthetic Aperture Radar (GB-SAR), il quale, con tecniche interferometriche, consente di rilevare movimenti centimetrici con una risoluzione temporale dell’ordine dei minuti. Si tratta di uno strumento di osservazione “attivo”, in grado di emettere brevissimi ma intensi impulsi elettromagnetici nel campo delle microonde e di “illuminare” una superficie più o meno ampia di paesaggio. Lo strumento riceve l’eventuale segnale retrodiffuso dall’interazione scena-impulso energetico e costruisce un’immagine di quest’ultimo segnale, che contiene oltre alla potenza retroriflessa anche la fase del segnale.
Lo strumento ha funzionato ininterrottamente dal 13 al 30 agosto 2022, effettuando un’acquisizione ogni 30 minuti, registrando spostamenti quantificabili fino ad alcune decine di centimetri in 15 giorni.
Il Servizio Geologico ritiene pertnato necessario affinare le conoscenze dei processi morfogenetici legati alla degradazione del permafrost lungo la cresta del Monte Vioz.
Nell’ambito di tali attività è stata instaurata una sinergia con CNR-ISAC, CAI e SAT che ha portato all’installazione di una stazione meteo nei pressi del Rifugio Vioz. Tale attività è stata portata a termine nei giorni 29 e 30 agosto 2024.
I dati di temperatura e umidità dell'aria, pressione, velocità e direzione vento, precipitazione e radiazione solare, unitamente alle immagini spettacolari della webcam sono disponibili sul sito https://rifugisentinella.cai.cnr.it/rifugio-vioz-meteo/ .
Lungo la cresta del Monte Vioz è stata condotta, in data 18 settembre 2024, una campagna di indagini geofisiche volte a determinare la presenza di permafrost nella fascia subcorticale dell’ammasso roccioso. Sono state eseguite indagini sismiche coniugate ad indagini elettricotomografiche in medio elevata risoluzione.
Il giorno seguente è stato installato uno strumento GBInSAR presso la stazione di monte della funivia Peio 3000 con l'obiettivo di monitorare i fenomeni morfogenetici che interessano il versante sud- occidentale del Monte Vioz.
Il monitoraggio viene condotto in modalità “periodical check” con l’obiettivo di definire, attraverso diverse campagne di misura, settori del versante caratterizzati da comportamenti cinematici differenti.
Video interferometro GBInSAR installato nel mese di settembre 2024
Clicca sull'immagine sottostante per visualizzare l'ultimo scatto dalla webcam del Vioz: