Monitoraggio sito Cavaion

I dati relativi al monitoraggio del permafrost acquisiti dal Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con le Università di Padova e Pavia e con la Fondazione E. Mach sono stati oggetto di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

Data di pubblicazione:

08/11/2023

Descrizione

L’area sub-pianeggiante a nord di cima Cavaion (3120 m, Gruppo Ortles Cevedale, a monte del Lago del Careser), è stata selezionata per indagini e monitoraggi riguardanti il permafrost, il regime termico del suolo e la loro relazione con le condizioni nivo-meteorologiche (Fig. 1).

Fig 1 - L’area di studio e monitoraggio del Cavaion, a monte del Lago del Careser, nel Gruppo Ortles-Cevedale, con evidenziata la posizione dei sensori per la misura della temperatura del suolo (in rosso) e quella della stazione di monitoraggio (in verde). In azzurro è indicato il rock glacier che dal 2019 è monitorato con rete geodetica.

A quota 2891 m è situato un foro in roccia profondo 50 m, realizzato ad ottobre 2009 nell’ambito del progetto PermaNET (www.permanet-alpinespace.eu/products/monitoringnetwork) e attrezzato con una catena di termistori (Fig. 2). Questa strumentazione consente di monitorare l’andamento nel tempo della temperatura a diverse profondità e in particolare serve per identificare presenza e spessore di permafrost e strato attivo (lo strato più superficiale che ogni estate scongela) e soprattutto le loro variazioni nel tempo.

Fig. 2 - La stazione nivo-meteorologica automatica del Cavaion e il sito del foro in roccia all’interno del quale viene monitorata la temperatura a varie profondità, fino a un massimo di 50 m.

Accanto al foro è installata una stazione nivo-meteorologica automatica, i cui dati servono per interpretare le variazioni termiche riscontrate nel foro in roccia (Fig. 2). Questa stazione trasmette, su interrogazione, i dati direttamente al Servizio Geologico. Il sito fa tuttora parte della rete di monitoraggio del permafrost nell’Arco alpino istituita nell’ambito del progetto PermaNET.

Nei dintorni del sito sono stati installati 7 data logger per la misura della temperatura della superficie del suolo (misure GST, Fig. 3, Fig. 4).

Fig 3 - Data logger per la misura in continuo della temperatura del suolo (GST).

Gli strumenti sono collocati tra 2790 e 2960 m di quota e le misure, iniziate a settembre 2008, continuano tutt’ora con periodicità oraria. Queste misurazioni servono per comprendere come il regime termico superficiale del suolo varia in funzione delle condizioni meteorologiche e di innevamento, nonchè per mappare la distribuzione spaziale del permafrost e le sue variazioni nel tempo.

I monitoraggi finora eseguiti mostrano una presenza discontinua del permafrost nell’area del Cavaion, con sua maggior diffusione oltre i 2900 m metri di quota, specie sulle falde detritiche esposte a nord e all’interno dei rock glaciers presenti in zona. Il sito di perforazione è probabilmente al margine inferiore dell’areale con permafrost, come mostrano le temperature attorno a 0°C o appena superiori, a 40-50 m di profondità. A queste profondità non sembrano esserci particolari tendenze delle temperature, mentre negli ultimi anni si può osservare una tendenza al riscaldamento per gli strati rocciosi più vicini alla superficie (Fig. 5).

Fig. 4 - Esempio di andamento annuale della temperatura del terreno (GST) registrata da un data logger.

Fig. 5 - Grafico della temperatura a varie profondità nel foro in roccia tra il 2015 e il 2019. Sono rappresentati i sensori a varie profondità dal p.c.: 0 m, 1 m, 3 m, 5 m, 9 m, 13 m, 17 m, 24 m, 34 m, 39 m, 44 m, 48 m.

Vista la presenza di rock glaciers nell’area di studio e in particolare di rock glaciers attivi (cioè contenenti permafrost e dotati di movimento) dal 2019 è iniziato un monitoraggio degli spostamenti superficiali sul rock glacier Cima di Pontevecchio.(Fig. 1, Fig. 6), tramite l’installazione di una rete di capisaldi geodetici.

I dati dei principali strumenti meteo installati in corrispondenza della stazione sono consultabili sul sito Meteotrentino - alla pagina "Nivometri automatici"  

 

Permafrost e copertura nevosa (attività di studio e monitoraggio)

Il Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento, congiuntamente con le Università di Padova e Pavia, ha ideato e sperimentato un nuovo metodo di misura dell’altezza del manto nevoso, basato sull’utilizzo di sensori che registrano sia la temperatura che l’intensità luminosa. Lo scopo è di monitorare gli scambi energetici all’interfaccia suolo-atmosfera in terreni in condizioni di permafrost.

Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento: 10/06/2025 07:53

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