La storia del Parco delle Terme di Levico

Il Parco delle Terme di Levico è il più importante parco storico della Provincia di Trento e fu creato agli inizi del '900 .

Data di pubblicazione:

13/12/2021

© Provincia autonoma di Trento -

Descrizione

Il Parco delle Terme di Levico è il più importante parco storico della Provincia di Trento e fu creato agli inizi del '900 su progetto del paesaggista-giardiniere tedesco Georg Ziehl (1873- 1953), quando Levico Terme, nota stazione termale, era meta prediletta di vacanze della nobiltà austro-ungarica che apprezzava il beneficio delle acque minerali arsenico ferrugginose che tutt’ora sgorgano a monte della città di Levico Terme.

La storia del parco delle terme è strettamente correlata all’idea della città termale ed inizia nel 1898, con l'acquisizione da parte di Giulio Adriano Pollacseck, direttore della Società Levico-Vetriolo Heilquellen, di un "arativo con viti e gelsi... di metri 120.000 circa, al prezzo convenuto e accettato di 100.000 fiorini" nell'area Caodigne. Lo scopo è di creare un "luogo di cura termale" composto da un grande stabilimento - albergo immerso al centro di un grande parco.

All'inizio del ventesimo secolo il giardiniere di Norimberga Georg Ziehl ha l'incarico di disegnare il parco, che dovrà rispettare i canoni del gusto della moda ottocentesca. Sorge così un grande giardino termale, dotato di una rete di passeggiate per il diletto degli ospiti del grande albergo delle terme costruito a tempi di record e inaugurato nel 1905.

L’asse principale del parco parte dalla stazione ferroviaria di Levico, collegata in rapporto diretto con il complesso termale attraverso un viale alberato di faggi ormai secolari, arriva all'ingresso principale del parco e di lì al Grand Hotel attraverso un ampio cannocchiale visivo.

Risalgono a quell'epoca gli impianti delle alberature monumentali che ancora oggi si possono ammirare.

Villa Paradiso, la graziosa costruzione in stile Liberty collocata nella posizione centrale del parco, fu la residenza del giardiniere.

Sono invece del dopoguerra i faggi e le altre latifoglie, aggiunte al parco dall'allora direttore Alcide Saltori che per primo inserirà le aiuole di fiori nelle radure un tempo dedicate all'elioterapia.

D'impianto più recente sono infine gli abeti del Caucaso che delimitano alcuni viali principali.

Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento: 10/06/2025 07:50

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