Radici storiche dell'autonomia

Le origini storiche dell’Autonomia trentina risalgono all’età medievale e affondano nella condizione di terra alpina. È in quel periodo che sulle Alpi si diffondono pratiche d’autogoverno partecipative che garantiscono maggiori libertà alle comunità locali e favoriscono lo sviluppo di modelli di gestione comune delle risorse. L’Autonomia del Trentino nasce nondimeno dal suo essere terra di confine, cerniera fra culture a scavalco delle montagne. È in questo contesto che acquista un’identità storica dove si mescolano etnie differenti.

Data di pubblicazione:

28/08/2025

Bandiera della Guardia civica di Trento (1801-1802) © Fondazione Museo storico del Trentino - Attribuzione

Descrizione

Le origini storiche delle tradizioni locali di autogoverno possono essere rintracciate in epoca medievale, quando nell’arco alpino trovarono forma istituti, realtà giuridiche e amministrative comprendenti spazi di autogestione delle risorse naturali. Luoghi isolati e difficilmente raggiungibili, vere e proprie enclave morfologiche, tendono infatti a generare enclave amministrative e giuridiche.

Primi nuclei attorno a cui si sviluppano forme di gestione comunitaria delle risorse e della vita sociale si formano già nell’Alto Medioevo. Nell’ambito della ristrutturazione istituzionale che interessa il Sacro Romano Impero a inizio dell’XI secolo nasce inoltre il Principato vescovile di Trento (1027) che amministra un territorio grosso modo coincidente con l’attuale Trentino e buona parte dell’Alto Adige.

Posto sulla via di transito tra mondo germanico e penisola italiana, per l’amministrazione della giustizia, la riscossione delle imposte e l’organizzazione delle assemblee, il Principato vescovile di Trento si affida a un advocatus. In veste di avvocati dei principati vescovile di Trento e Bressanone, sono i conti del Tirolo a accentrare su di sé sempre maggiori poteri, sottraendoli di fatto ai principi-vescovi. Estinta la dinastia, la Contea tirolese passerà sotto il controllo degli Asburgo: nel 1363, attraverso le cosiddette “Compattate”, Rodolfo d’Asburgo, formalmente vassallo e difensore del vescovo di Trento, ne accentua di contro la subordinazione politica e soprattutto militare.

Nelle valli, intanto, consuetudini e leggi non scritte trovano forma in codici e carte di regole: sottoposti al placet del principe-vescovo, questi documenti testimoniano antiche forme di autogestione dei beni comunali come nel caso dei “Patti Gebardini” del 1111 da cui trae origine la Magnifica Comunità di Fiemme. Gli “usi civici”, forma di proprietà collettiva di risorse come il legname e i pascoli, trovano diffusione anche in questa porzione delle Alpi, radicando nella popolazione tradizioni di gestione comunitaria.

Testi e approfondimenti a cura di

Fondazione Museo storico del Trentino

La Fondazione, ente strumentale della Provincia dal 2008, si occupa di ricerca, formazione e divulgazione della storia e della memoria della città di...

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Ultimo aggiornamento: 01/09/2025 18:05

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