Popillia japonica (scarabeo giapponese)

Popillia japonica (anche chiamata Scarabeo giapponese) è un organismo nocivo da quarantena prioritario per l’Unione Europea . L’insetto non è pericoloso per l'uomo, ma alimentandosi su più di 300 specie vegetali (tra cui colture agrarie, piante ornamentali e forestali), l'impatto socio-economico ed ambientale che può recare la sua introduzione può essere rilevante.

Data di pubblicazione:

28/07/2025

Descrizione

ORIGINE  E DIFFUSIONE. Popillia japonica è originario del Giappone e della Russia orientale. All’inizio del XX secolo è stato accidentalmente introdotto in Nord America (Stati Uniti e Canada) e negli anni ’70 nell’isola di Terceira nell’arcipelago delle Azzorre (Portogallo). Nell’estate del 2014, P. japonica è stato segnalato per la prima volta nell’Europa continentale ed in particolare in Italia tra Piemonte e Lombardia in una vasta area del Parco del Ticino. Dal 2017, l’insetto è presente anche in Svizzera.

PIANTE OSPITI. Popillia japonica allo stadio adulto può nutrirsi su più di 300 specie di piante erbacee, arbustive ed arboree. Le più rilevanti presenti sul territorio regionale sono: Vitis sp., Corylus sp., Rubus sp., Prunus sp., Malus sp., Pyrus sp., Morus sp., Actinidia sp., Zea mays, Glycine max, Rosa sp., Tilia sp., Betula sp., Crataegus sp., Hibiscus sp., Wisteria sp., Parthenocissus sp., Oenothera sp., Reynoutria japonica, Urtica sp., Convolvulus sp., Rumex spp., Hypericum perforatum, Artemisia sp., Salix sp., Alnus sp., Ulmus sp., Carpinus sp., Lythrum salicaria.

BIOLOGIA. Popillia japonica è un coleottero scarabeide che compie alle latitudini oggetto dell’infestazione una sola generazione all’anno. Dalla letteratura risulta che gli adulti emergono dal terreno a partire dal mese di giugno con il maggior numero di insetti in volo verso la metà di luglio. Il volo degli adulti è condizionato anche dalle condizioni meteorologiche preferendo le giornate soleggiate, con poco vento e temperature tra i 21°C e i 35°C.

Gli adulti appena emersi dal terreno si spostano sulle piante ospiti per l’alimentazione e l’accoppiamento, preferendo le esposizioni soleggiate. I maschi compaiono alcuni giorni prima delle femmine. Le femmine depongono le uova a piccoli gruppi e poi riemergono per una nuova fase di alimentazione prima di deporre altre uova e procedono in questo modo per tutta la durata della loro vita (circa 30-45 giorni) arrivando a deporre un totale di 40-60 uova ciascuna.
La deposizione avviene a gruppi di uova all’interno di piccole gallerie profonde 5-10 cm in genere in prati umidi con la presenza di graminacee e solo occasionalmente in altre colture come ad esempio mais e soia.
Nei mesi invernali la popolazione, composta in prevalenza da larve di III età, staziona nel terreno ad una profondità variabile tra i 10 e i 25 cm, in primavera le larve si spostano nuovamente negli strati più superficiali del terreno dove riprendono l’attività trofica a carico delle radici delle piante. In tarda primavera, completato lo sviluppo e raggiunti circa 32 mm di lunghezza, le larve di III età si impupano all’interno di celle terrose, da cui a inizio estate sfarfalleranno gli
adulti.

Descrizione degli adulti. Il corpo dell’individuo adulto è di forma ovale e le dimensioni variano da 8 a 11 mm di lunghezza e da 5 a 7 mm di larghezza. Il colore è tipicamente verde metallico con le elitre color rame. La femmina generalmente è più grande del maschio. In entrambi i sessi, su ogni lato dell’addome sono presenti 5 ciuffi di peli bianchi e due ulteriori ciuffi nella parte tergale dell’ultimo segmento addominale che permettono di distinguerla facilmente dà altre specie di coleotteri scarabeidi.
Descrizione delle larve. Lo sviluppo larvale avviene attraverso 3 stadi passando da circa 1.5 mm lunghezza, appena sgusciata dall’uovo, a 25-32 mm, quando giunge a maturità. Il corpo è di colorazione giallastra con il capo e l’estremità posteriore più scuri. A riposo è caratterizzato dalla tipica forma a “C” comune negli scarabeidi, da cui si distingue per due file di setole disposte a V, presenti sull'ultimo segmento addominale. Per il riconoscimento è necessaria l’osservazione al microscopio.

VIE DI DIFFUSIONE. Tenendo conto della biologia, del suo potenziale di insediamento e dell’adattabilità dell’insetto si ritiene che il rischio di diffusione possa interessare gran parte del territorio regionale ed impattare negativamente in diversi ambiti tra i quali il settore agrario, il comparto vivaistico nonché sul verde urbano, le aree naturali e forestali regionali.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO. Regolamento (UE) 2016/ 2031Regolamento di esecuzione (UE) 2019/2072D. lgs. n. 19/2021Regolamento di Esecuzione (UE) 2023/1584 della Commissione del 1^ agosto 2023 relativo a misure per prevenire l’insediamento e la diffusione di Popillia japonica Newman e a misure per l’eradicazione e il contenimento dell’organismo nocivo in questione all’interno di determinate aree delimitate nel territorio dell’Unione; Ordinanza n. 9 del 20 gennaio 2025 "Definizione delle aree indenni dall’organismo nocivo Popillia japonica nel territorio della Repubblica italiana"; Decreto ministeriale 3 aprile 2024 "Adozione del Piano nazionale di emergenza per Popillia japonica"; Ordinanza n. 5 del 28 settembre 2023 "Ordinanza del Servizio fitosanitario nazionale finalizzata all’adozione di misure fitosanitarie d’emergenza per il contrasto di Popillia japonica Newman in Friuli-Venezia Giulia".

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