Pacchetto e Secondo Statuto Autonomia

Le 137 misure concordate dai governi italiano e austriaco per la risoluzione della questione altoatesina compongono il cosiddetto “Pacchetto per l’Alto Adige”, approvato nel 1969. Da qui comincia il percorso che porta all’approvazione della riforma dello Statuto d’Autonomia con cui la Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol viene progressivamente svuotata di funzioni e competenze a favore delle Province autonome di Bolzano e di Trento. Sono questi due nuovi soggetti a esercitare più compiutamente l’Autonomia.

Data di pubblicazione:

28/08/2025

Seduta del Consiglio provinciale a Trento (anni '80) © Fondazione Museo storico del Trentino - Attribuzione

Descrizione

Il 10 novembre 1971, a seguito dell’approvazione del Parlamento, il presidente della Repubblica promulga la legge di riforma dello Statuto d’autonomia del Trentino-Alto Adige. Questa riforma, conosciuta anche come “secondo Statuto”, stabilisce una nuova ripartizione delle funzioni e delle competenze che pone al centro le due Province autonome di Bolzano e di Trento, mentre alla Regione si affida principalmente un ruolo di controllo e di indirizzo.

Partendo dalle soluzioni indicate dalla relazione conclusiva della “Commissione dei 19” (1964), il processo di riforma riceve l’accelerata decisiva alla fine degli anni ’60. Superati gli anni più bui della stagione terroristica, che mira a ostacolare il raggiungimento di una soluzione autonomistica, il cosiddetto “Pacchetto per l’Alto Adige” viene approvato con maggioranza risicata dal congresso della Südtiroler Volkspartei nel novembre 1969. Qualche giorno dopo, i ministri degli Esteri italiano Aldo Moro e austriaco Kurt Waldheim giungono a un’intesa definitiva, stabilendo un “calendario operativo” per l’emanazione di tutte le norme di attuazione della nuova autonomia e la chiusura della controversia internazionale. Quest’ultimo passo verrà compiuto solo nel giugno 1992, con la dichiarazione di chiusura della vertenza (“quietanza liberatoria”) di fronte alle Nazioni Unite.

Ottenuta la pariteticità tra le Province di Trento e di Bolzano, il nuovo assetto autonomistico viene imperniato su tre poli: la Regione e i due Consigli provinciali. A questi ultimi vengono affidate sempre più materie su cui legiferare, allargando così gli spazi d’esercizio dell’autonomia. Nel 2001, una legge costituzionale interverrà sul sistema elettorale, rafforzando il ruolo dei due Consigli provinciali da eleggere autonomamente.

Di grande rilievo è anche il ruolo di una commissione paritetica composta da rappresentanti dello Stato, del Consiglio regionale e dei Consigli provinciali di Bolzano e Trento. La “Commissione dei 12” è chiamata infatti a dare il proprio parere sulla compatibilità tra le leggi votate in Parlamento e in Regione con quanto stabilito dalla Costituzione e dallo Statuto d’autonomia. In seno a questo organismo, è istituita anche una speciale commissione che si occupa solo dell’attuazione delle norme relative alla Provincia di Bolzano (“Commissione dei 6”).

Con l’entrata in vigore dello Statuto, il 20 gennaio 1972, per la Provincia di Trento si apre una stagione di grande trasformazione. L’acquisizione di sempre maggiori competenze determina infatti un’intensa attività legislativa e una rilevante crescita dell’apparato provinciale.

Testi e approfondimenti a cura di

Fondazione Museo storico del Trentino

La Fondazione, ente strumentale della Provincia dal 2008, si occupa di ricerca, formazione e divulgazione della storia e della memoria della città di...

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Ultimo aggiornamento: 28/08/2025 18:08

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